Torri in pietra lavica, costruite a secco, che racchiudono al loro interno un solo albero di agrumi. Sono i giardini panteschi, straordinaria testimonianza degli accorgimenti che sin dal passato l’uomo ha messo in atto in un territorio dove i fattori naturali sono decisamente avversi: assenza di sorgenti d’acqua dolce, un clima con elevate temperature estive, piogge scarse, venti intensi. Ed è proprio sulla scarsità di acqua, sulle minacce dei cambiamenti climatici e dei processi di desertificazione che avanzano, che il giardino pantesco invita tutti a riflettere. Uno di questi splendidi giardini è stato qualche anno fa restaurato e donato dall’azienda vitivinicola Donnafugata al Fondo Ambiente Italiano. 

“Quando mio padre Giacomo regalò questo giardino al FAI – afferma José Rallo, quinta generazione alla guida dell’azienda di famiglia – lo fece per far conoscere questa antica architettura agraria, simbolo di sostenibilità nel rapporto tra l’uomo e la natura.”

I Giardini panteschi e le viti ad alberello

Il giardino pantesco ci ricorda che Pantelleria, più che di pescatori, è un’isola di contadini, i quali con ammirevole ingegno e sacrificio, hanno garantito alla propria comunità, i frutti di una preziosa fabbrica delle vitamine necessarie per scampare ai rischi dello scorbuto. I giardini sono anche i testimoni di quella sapienza contadina che anima la viticoltura ancora oggi attiva su circa 400 ettari dell’isola: una tradizione che si è guadagnata il riconoscimento di Patrimonio Unesco per la coltivazione della vite di Zibibbo. Qui si pratica una viticoltura eroica in un ambiente impervio con terrazzamenti e muretti a secco in cui lo Zibibbo, che vi cresce ad alberello, curato dalla mano sapiente dei contadini, è protagonista assoluto.

La viticoltura eroica di Pantelleria

“Quanto amore e quanto sudore in questi vigneti”

ripeteva Giacomo Rallo, fondatore di Donnafugata, per rendere il senso di quella che è la viticoltura eroica di Pantelleria, di cui il vino Passito è un’icona nel mondo, come nel caso del Ben Ryé. Suggestivo è anche il giardino di Cantine Pellegrino, nascosto all’interno della Tenuta Borgia, a Salto la Vecchia, dietro l’isola. Eretto in epoca ottocentesca, spicca per le sue dimensioni: è lungo 21 metri e largo 11 metri. Altrettanto originale è la sua forma, non circolare come i classici giardini dell’isola, bensì costruito su base rettangolare. Le possenti mura a secco custodiscono otto alberi di limoni. Due palme dattilifere svettano al centro della corte. Sarà un’emozione unica sorseggiare un bicchiere di Nes, pluripremiato Zibibbo di Cantine Pellegrino, lasciandosi conquistare da questo incredibile microcosmo pantesco.

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