Quanti gelatieri si definiscono artigiani ma in realtà utilizzano aromi, coloranti e basi pronte? E perché i consumatori non sono stati educati a distinguere correttamente il valore di un gelato prodotto invece a partire da materie prime agricole e genuine? Tutte queste domande hanno ispirato la stesura del libro Il gelato è sacro” di Peppe Flamingo, fondatore di Don Peppinu, epresentato giorni fa nella rinnovata gelateria di piazza Duomo a Catania.

«Oggi ho la fortuna di poter affrontare queste problematiche con un’azienda in attivo, che sta riuscendo a farsi capire dal pubblico – afferma Peppe Flamingo-. Ma non posso trascurare che tutti i miei colleghi che fanno un gelato di eccellenza soffrono una grande crisi, tanto che forse, bilancio alla mano, solo il 10% delle attività che lavorano bene si rivelano poi anche economicamente sostenibili. Dal mio punto di vista si tratta di una battaglia che ha una vera e propria valenza sociale, volta ad aiutare tutti coloro che con tanti sacrifici, spesso con attività a conduzione familiare, riescono a salvaguardare uno dei prodotti che ancora rappresenta la vera eccellenza del Made in Italy».

Durante la presentazione del suo libro, il fondatore di Don Peppinu ha lanciato un movimento di categoria, che vuole fare chiarezza per tutelare i pochi veri artigiani da un’estinzione ormai certa e allo stesso tempo guidare le scelte dei consumatori.

«È questo il motivo per cui, per cambiare radicalmente l’approccio al mio lavoro, ormai molti anni fa mi sono chiesto come si facesse il gelato ai tempi di mio nonno, quando non esistevano gli aromi in busta su cui oggi si fonda il lavoro del 90% delle gelaterie, e ovviamente la risposta è stata: con la frutta- ha ribadito Flamingo-. Un assaggio consapevole è già un atto di rivoluzione culturale. Per questo il mio libro contiene una vera e propria cassetta degli attrezzi per i consumatori, che potranno imparare a distinguere sempre e ovunque ciò che stanno mangiando».

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