Sulla cattura del pesce spada nello Stretto di Messina si rincorrono storie leggendarie che si mescolano a vite vissute in cui protagonisti sono Omero, Polibio, Strabone e i pescatori di ogni tempo. Sono loro che continuano a raccontarci dell’eterna lotta tra il pescespada e gli uomini dello Stretto. Ascoltarla seduti in barca, nella tipica feluca che molto ricorda le navi greche, ha un sapore speciale.

Faleca

Antonella e la pescaturismo

Esperienze che Antonella Donato, appartenente ad una storica famiglia di pescatori, ama regalare ai suoi ospiti che una volta saliti a bordo prendono posto nella sua feluca. Si scopre così il perché il pesce spada catturato in questo mare è speciale, quanta forza fisica, resistenza ed un occhio attento richieda questo lavoro, alternando l’ascolto di aneddoti a quello di curiosità sulla vita in mare, ed oscillando, cullati dalle onde di un blu straordinario, tra passato e presente.

Antonella Donato

“Il pescespada che catturiamo ha un sapore particolare legato alla tattica di base che da secoli utilizziamo qui, nello Stretto di Messina. Si avvista il pesce, lo si insegue, attendiamo e poi lanciamo l’arpione. Grazie a questo attrezzo, il pesce spada rilascia il suo sangue in mare e conserva meglio le sue caratteristiche – ci racconta Antonella Donato-. Come imbarcazione utilizziamo la feluca, tipica del messinese, con la sua alta torretta centrale per l’avvistamento e la guida della barca che raggiunge anche i 20 metri di altezza”.

Antonella dà anche la possibilità di visitare, in piena sicurezza, la propria feluca Pia, che insieme alla sorella Giusy ha rilevato nel 2012 da nonno Marco, che del mare conosceva proprio tutto, e se si è molto curiosi una giornata insieme a lei non basterà per conoscere tutto sulla pesca del pesce spada dello Stretto. È anche una brava cuoca: pranzare all’interno della feluca gustando i deliziosi involtini di pesce spada pescato la mattina stessa diventa un’esperienza indimenticabile da vivere con tutti i sensi.

Involtini di pesce spada

Oltre ad Antonella, che fa parte della cooperativa Mancuso, ci sono altri pescatori che negli ultimi anni stanno puntando sulla pescaturismo nello Stretto di Messina. Esiste, infatti, l’Associazione Pescatori Feluche dello Stretto che comprende 10 unità di Messina, due di Scilla e due di Bagnara, presieduta dalla stessa Donato, che si impegna a valorizzare e tramandare l’antico rito della pesca del pesce spada tra Scilla e Cariddi, salvaguardando il mare, e a far vivere ai turisti un’esperienza che porteranno con sé in valigia.

Cosa fare a Messina

Se andate a Messina, in estate, non perdetevi questa occasione e se avete la possibilità di restare qualche giorno in più tanto meglio. Sono molti i luoghi da visitare come la basilica cattedrale di Santa Maria Assunta con accanto l’orologio meccanico e astronomico più grande e complesso al mondo che tutti i giorni, a mezzogiorno esatto, tiene la gente presente in piazza con gli occhi all’insù. Il primo meccanismo ad attivarsi è il gallo che canta per tre volte, seguito poi dal leone che ruggisce sempre tre volte. Da questo momento in poi, sulle note dell’Ave Maria di Schubert, iniziano ad azionarsi anche le scene degli “Ambasciatori e la Madonna della lettera” e quella del “Santuario di Montalto”.

Da ammirare anche il Teatro Vittorio Emanuele II, la Fontana del Nettuno, e se vi spostate verso la periferia fate tappa al lago di Ganzirri, sulla duna costiera di Capo Peloro: sono presenti ottimi ristoranti dove gustare il pescato locale. Prima di ripartire, infine, non dimenticate di mettere in valigia un vassoietto di dolci come la pignolata, un dolce fritto tipico della pasticceria messinese ricoperto di una doppia glassa di limone e cioccolato.

Pignolata messinese

E voi cosa ne pensate, vi andrebbe di andare e vivere Messina? Scriveteci a info@coloursofsicily.com

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