Come promuovere il pomodoro di qualità alla luce dei nuovi scenari economici che si stanno delineando e soprattutto come far percepire la qualità che contraddistingue il made in Italy. Attorno a queste tematiche è stata incentrata la tavola rotonda svoltasi ieri pomeriggio al Castello Tafuri di Portopalo di Capo Passero. A promuoverla l’ente fieristico di Macfrut insieme al Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino Igp. L’incontro, moderato dal prof. Roberto Della Casa dell’Università di Bologna, è servito a fare il punto della situazione attuale e soprattutto a tracciare le possibili linee di azione future. Interessanti le diverse esperienze messe a confronto, nel corso della tavola rotonda, dagli ospiti presenti.

Pomodoro di Pachino, si punta all’estero

Ad introdurre i lavori è stato il presidente del Consorzio Igp, Sebastiano Fortunato. “Ci siamo impegnati a far conoscere il nostro pomodoro in Italia ma ora vogliamo internazionalizzarlo. Da qui la collaborazione con Macfrut per aprire canali importanti -ha detto Fortunato-. E questo è il primo di una serie di incontri che organizzeremo in futuro”.

Sinergie vincenti

L’evento, lo ricordiamo, nasce dal sodalizio tra il Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino Igp e Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta in programma a maggio 2023. La 40esima edizione, infatti, al Rimini Expo Center ospiterà uno speciale focus sulla filiera del pomodoro: Pianeta Rosso.

Il presidente di Macfrut, Renzo Piraccini, illustrando la prossima edizione della fiera, ha dichiarato che «se noi facessimo squadra avremmo delle opportunità straordinarie. Il pomodoro è un’eccellenza che ci distingue e io per questo ritengo che Macfrut possa diventare la prima fiera in Europa dell’ortofrutta puntando sulla filiera, su tutto il mondo della produzione. In Italia molto è stato fatto – ha proseguito Piraccini- ma dobbiamo ora capire come, grazie a questi eventi e insieme all’ICE, possiamo promuovere le eccellenze italiane».

La fiera si terrà dal 3 al 5 maggio a Rimini. La sua forza sta nel saper unire il business con la conoscenza. «Stare in una fiera che non è così grande può dare l’opportunità di partecipare a dei momenti di approfondimento di tematiche tecnico scientifiche importanti -ha concluso Piraccini-. Avremo risorse economiche importanti che ci consentiranno di portare dei buyer all’interno della fiera sviluppando un’adeguata campagna di comunicazione».

Il perimetro dell’analisi di Del Bravo

L’Italia è riconosciuta per il suo pomodoro ha sottolineato Fabio Del Bravo dell’Ismea. Illustrando una panoramica dell’andamento della produzione del pomodoro e dei mercati ha sottolineato come «il tasso di approvvigionamento è sceso: importiamo soprattutto più che esportiamo. La produzione italiana di pomodoro da mensa è però in lieve crescita attestandosi intorno al milione di tonnellate grazie alla resa. La Sicilia è la regione maggiormente interessata dalla produzione. Negli ultimi anni – ha aggiunto il responsabile direzione servizi per lo sviluppo rurale dell’Ismea – sono aumentati i costi di produzione con rincari che hanno interessato concimi, carburanti ed energia elettrica e questo aspetto ha riguardato soprattutto la coltivazione in serra.  L’indice dei prezzi all’origine è pertanto aumentato. Infine, guardando ai mercati, tra il 2017 ed il 2021, l’export è diminuito da 67 a 63milioni di kg mentre le importazioni, nello stesso periodo, sono oscillate tra 120 e 141 milioni di kg con una spesa che è cresciuta nel 2019 fino a 148milioni di euro; per quanto riguarda invece i canali di vendita, rispetto al 2021, la miglior prestazione nella vendita di pomodoro è quella del canale discount con un +24% registrato dai fatturati sul segmento pomodoro».

Il futuro: marketing e comunicazione

In questo contesto si comprende bene come si renda necessario sviluppare una nuova strategia di marketing e di comunicazione, da un lato studiando le attese dei consumatori moderni per capire meglio i loro gusti ed esigenze, e dall’altro facendo dialogare la parte produttiva con la distribuzione.

Come ha precisato Alberto Ancarani di Coop Italia «sul pomodoro ci siamo interrogati su un tema: è l’unico ortaggio che se non è buono il consumatore non lo mangia. Ci siamo chiesti se ciò che offrivamo andasse incontro ai gusti del consumatore. Abbiamo allora mandato le varie tipologie di pomodoro a dei panel per capire il gradimento. Dopo, abbiamo chiesto di cambiare le varietà che si piantavano e non è stato facile convincere i produttori ad estirpare certe varietà e a puntare su altre. Ma ricordiamoci che il consumatore premia il gusto del pomodoro. Ecco perché occorre parlare con le case sementiere, cercando prima di capire cosa vuole il mercato».

La distribuzione partnership della produzione

Presente Pier Luigi Lauriola di Carrefour Italia che nel suo intervento ha dichiarato che «noi distributori dobbiamo lavorare insieme con la produzione, a lungo periodo, e ciò può essere utile per garantire la sicurezza alimentare e per garantire continuità e uniformità del prodotto. Credo che il prodotto a marchio possa garantire tutto ciò».

Alla tavola rotonda si sono susseguiti diversi interventi come quello di Gordan Tolevski di Eurogroup che ha sottolineato come si debba «lavorare sulle eccellenze. Il prodotto deve essere diverso, con un gusto che sappia distinguersi e che sia apprezzato dal consumatore. Se riusciamo a farlo abbiamo fatto bene il nostro lavoro». Presente Ragy Helmy Zaki di Helmy LTD per il quale occorre «costruire una strategia di marketing diversa che renda l’Italia più competitiva, garantendo una costanza di qualità». E poi Dimitrios Kremenopoulos di Nutri Frucht Gmbh che ha ricordato la necessità di «investire nel marketing e prestare attenzione alle varietà scelte perché consente di ottenere una qualità costante».

A chiudere i lavori della tavola rotonda è stato Maurizio Forte, direttore dell’Ufficio di Coordinamento Promozione del Made in Italy -ITA. «Da diversi anni la nostra agenzia sta cercando di fare le cose e di raccontarle dopo che le ha fatte. Le cose che stiamo facendo servono a rendere più strategica l’esportazione italiana che non è trasferire solo della merce fuori ma significa avere una strategia. L’export italiano ha tanto da fare -ha ribadito Forte- e noi cerchiamo di farlo con dei partner ed è per questo che collaboriamo e puntiamo molto sulle fiere. Le fiere nel terzo millennio restano un punto fondamentale di incontro del nostro business. Ma noi vorremmo che la fiera diventi leader perché è una piattaforma fondamentale con cui il made in Italy può vincere. Poi, altra cosa, noi lavoriamo con i produttori ma questi devono essere organizzati. Per questo motivo i Consorzi di tutela sono fondamentali perché aggregano la massa critica. Infine, stiamo spingendo in questi anni affinché si facciano accordi con la grande distribuzione mondiale per facilitare l’ingresso e il rafforzamento del prodotto italiano. Questo è ciò che stiamo facendo, non quello che faremo».

Castello Tafuri, Portopalo di Capo Passero

(foto Zero Comunicazione)

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